La mostra postuma di Rubaldo Merello   (Pagine 10 )      Fonte : Emporium - nr 384 Dicembre 1926

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Arial;}} \viewkind4\uc1\pard\fs24 CRONACHE GENOVESI - LA NOSTRA POSTUMA DI RUBALDO MERELLO \par In occasione della sua recente visita in Genova S. E. Benito Mussolini ha inaugurato la Mostra postuma delle opere di Rubaldo Merello, ordinata nelle sale della Galleria eli Palazzo Bianco, per iniziativa del Commissario Prefettizio On. hr\'acruccio Lantini che volle, con solenne manifesta\'aczione civica, rivendicare la memoria del grande pittore ligure. La Mostra venne illustrata da uno studio critico di Paolo de Gaufridy che dell' arte del Merello fu acutissimo assertore e difensore. \par Pochi conoscevano questo pittore che visse per lunghi anni a San Fruttuoso di Portofino e poi a Santa Margherita ove mori il 31 gennaio 1922 nell'et\'e0 di 49 anni. Enrico Sacchetti scrisse in \par Dedalo le parole di commossa ammirazione in morte dell'autore, e poi ancora Raffaele Calzini sul "Secolo", e Lino Pesaro present\'f2 le ultime sue opere, in una delle nostre invernali che \par raccoglieva soltanto le ultime opere del Merello, quelle che costituivano la preparazione ad una affermazione nuova. \par Rubaldo Merello inizi\'f2 la sua carriera artistica come scultore e nella piccola cittadina di Nervi tratt\'f2 lungamente il marmo e il bronzo: abbandon\'f2 poi martello e scalpello per i colori \par quando aveva di poco varcati i trent'anni e si trasferi prima a Ruta, poi a San Fruttuoso sul mare. Non mut\'f2 mestiere che egli nel 1915 ritorn\'f2 alla scultura e la statua esistente nel \par cimitero di Camogli dimostra la sua grande personalit\'e0. Alla statuaria dedic\'f2 ancora molto tempo negli ultimi anni della sua vita. \par L'amore per l'arte della pittura divenne necessit\'e0 del suo spirito ed egli vi si dedic\'f2 con tutto l'ardore, portandovi la fresca e pura vena del suo genio. \par Nel piccolo seno marino di San Fruttuoso dove egli era vissuto trov\'f2 delle scene deliziose e dei paesaggi pittoreschi, limitati nel tempo e nello spazio. ma espressioni potenti \par dell'infinito. Rubaldo Merello, con sicuro intuito di moderni problemi artistici, del divisionismo fece cosa sua e diede ai principi scientifici una personalissima applicazione. ch\'e9 la \par dottrina scientifica non prevalse mai nella sua anima e sull'impeto creatore. Egli fu il pi\'f9 originale dei pittori liguri del secolo XIX e del principio del XX: la sua personalit\'e0 \par artistica appare raffinata e compenetrata dei problemi artistici ed estetici moderni. \par Non frequent\'f2 scuola, non ebbe maestri di pittura: due o tre volte visit\'f2 Milano. ch\'e9 le condizioni economiche, tristissime appena sopperivano al vitto pi\'f9 modesto e pi\'f9 misero. Il ricordo \par degli studi classici compiuti e la comunione continua ed intima con la natura, la fantasia fervida e la tenacia nel conseguire lo stile, supplivano ai problemi culturali, cosi necessari a \par chi non possiede il dono di vedere al di l\'e0 delle rivelazioni scolastiche. \par Il problema del divisionismo trov\'f2 nel Merello un appassionato ricercatore della luce ma egli sorpass\'f2 il problema nelle sue premesse scientifiche per giungere all'elemento sinfonico e \par melodico del colore: le sue opere sono vere orchestrazioni che pur non scostandosi dalla colorazione del vero, compongono poetiche e fantasiose visioni ed assurgono ad espressioni \par altamente ideali. Nelle sue ultime opere, abbandonata ogni piacevolezza cromatica che ancora rispecchiasse qualche contatto terreno, il Merello cerc\'f2 di esprimere l'intensit\'e0 del colore, \par e la sua potenza spirituale. Il suo ritorno alla scultura, dopo il travaglio della sua anima per la nuova conquista, appare logico, perch\'e9 egli voleva conseguire espressioni plastiche. \par La morte lo colse quando la conquista era prossima e nell'azzurro aveva la sua trionfale manifestazione. \par Il paesaggio ligure ebbe in Merello il suo rivelatore; esso sfolgora nelle sue tele in tutta la potente luce e la intensit\'e0, l'armonia dei colori e l'alta poesia. Enrico Sacchetti afferma \par che "Egli ha rappresentato la Liguria come nessuno ha saputo prima di lui", ed invero egli penetr\'f2 negli intimi segreti del nostro paesaggio: paesaggio che gli artisti francesi, lombardi, \par piemontesi, da Corot a Gaston La Touche, da Fontanesi ai moderni paesisti, hanno rievocato con la delicata colorazione dei loro paesi, portando nell'interpretazione della nostra riviera la \par melanconia nordica. Egli ci diede la grandiosit\'e0 classica della nostra terra, e del mare la tragica potenza, la affascinante sensazione dell'infinito. \par E gli umili lo compresero e l'amarono. Pochi popolani e pescatori accompagnarono la salma del grande artista al cimitero di Portofino e ne coprirono di alloro il tumulo. I fanciulli delle \par scuole elementari di Genova onorarono il Maestro intrecciando rami d'alloro nella corona che il Comune aveva deposto nella sala di Palazzo Bianco ove erano radunate le sue opere pi\'f9 \par espressive. \par \par ORLANDO GROSSO \par }